Il richiedente di protezione internazionale. Sistemi di accoglienza, dinamiche locali, prospettive future in Italia e in Europa.

Italiano
Quando: 
Sabato, 24 Ottobre, 2015 - 10:00
Progetto di riferimento: 
Dove: 
Museo Diffuso della Resistenza - C.so Valdocco 4A Torino

Sabato 24 ottobre alle ore 10.30 si terrà presso il Museo Diffuso della Resistenza in C.so Valdocco 4A la tavola rotonda dal titolo "Il richiedente di protezione internazionale. Sistemi di accoglienza, dinamiche locali, prospettive future in Italia e in Europa" preceduta alle ore 10 dalla presentazione dei lavori realizzati all'interno del progetto di accoglienza.
Introduce e modera il Direttore del Centro, Federico Daneo e ne discutono Monica Cerutti, Assessore alle Politiche di integrazione della Regione Piemonte, Maurizio Veglio, Avvocato dell'Associazione di Studi Giuridici per l'immigrazione, Faissal Choroma, medico resposabile dell'Uo Servizio di Medicina delle migrazioni dell'Ausl di Parma, Ignazio Schintu, referente del Centro "T. Fenoglio" della Croce Rossa Italiana, Francesca Basile, referente della Fondazione "Comunità Solidale Onlus" di Settimo Torinese, Bertin Nzonza, mediatore culturale dell'Associazione Mosaico, e Giuseppe Vernero, educatore di centri di accoglienza.

Alla fine si terrà la sessione "Testimonianze di percorsi di integrazione" con la testimonianza di Oumar Sanogo, rifugiato e sarà esposta una mostra con le opere e i prodotti dei laboratori di rifugiati ospitati nelle strutture del territorio aperta al pubblico con la possibilità di incontrare gli autori.
L'ingresso è libero.

Chiuderà la giornata “Je ne suis pas l’ Eldorado” a cura di Cie Lamine Keita, una coreografia per raccontare il dramma del viaggio dei profughi in fuga dai loro paesi, l’arrivo in terra straniera, l’accoglienza e l’esclusione attraverso le vibranti note d’Africa.

“Je ne suis pas L’eldorado”, spettacolo di danza contemporanea e teatro sperimentale, è stato presentato al Festival di Lampedusa 2015. Descrive lo sguardo di chi sbarca, pieno di speranza, di storie vere; uno sguardo che parla senza dire, che vede senza parlare.
Domanda chi sono i profughi in arrivo dal mare. Donne, bambini, uomini nella stessa storia che portano gioia, tristezza, amore mentre il mare non fa altro che guardare.
Racconta la solitudine nel pericolo, davanti alla realtà, quando il rischio è di affondare, con tutta la propria storia, senza dire niente.
Mette in scena l’arrivo, il ritorno alla vita, alla realtà.
Un viaggio pieno di storie attraverso le voci delle persone che le hanno vissute per spiegare al pubblico che non c’è differenza tra i popoli, che siamo tutti in viaggio, che ognuno viene da altrove, e che, nel viaggio, ognuno ha la sua storia segreta.

Lo spettacolo si terrà presso il Teatro Vittoria in Via Antonio Gramsci 4.

Anche questi eventi fanno parte del progetto Africoeur, del Festival Ottobre Africano, e del più ampio progetto CreativAfrica, di cui il Centro Studi Africani è partner.