DiafrikInvest: un’opportunità per l’economia della diaspora

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di Esperance Ripanti

Domenica 2 luglio 2017, presso il Centro Piemontese Studi Africani, è stato organizzato il primo meeting di carattere economico aziendale riguardante l’internazionalizzazione delle imprese e lo sviluppo del commercio della diaspora, con la presentazione del progetto Diafrik Invest.

Federico Daneo, Direttore del CSA, ha introdotto l’evento dichiarandosi felice di dare il benvenuto alle associazioni presenti in sala. Ha ricordato che il Centro Studi in questi ultimi anni è riuscito a tessere più di trenta relazioni che legano la Regione Piemonte, e più precisamente la Città di Torino, con le comunità africane presenti sul territorio, accennando alle comunità senegalese, marocchina e tunisina, protagoniste di questa domenica investita per approfondire un aspetto tanto importante, quanto attuale.

Diafrik Invest è un’iniziativa nata nel 2014, con all’attivo 40 operatori e 6 soci a livello globale. L’obiettivo principale della fortunata start-up è quello di aiutare concretamente le imprese protagoniste della diaspora africana, ponendo un’attenzione particolare a investitori europei in Africa e investitori africani interessati all’Europa. Un progetto che prende in considerazione cinque macro aree chiave: Ambiente, Tecnologie verdi, Salute, Educazione e Produzione agricola. Punti cardine e protagonisti assoluti tra le cause e gli effetti della diaspora contemporanea.

Diafrik Invest nel suo lavoro sostiene le istituzioni dei Paesi di origine per favorirne lo sviluppo, rafforza le capacità imprenditoriali dei suoi attori e, aspetto innovativo rivelatosi punto di svolta nelle fasi di lavoro, collega tra di loro imprenditori e investitori, realizzando una rete di scambi attiva, vantaggiosa e indispensabile.

Attraverso co-investimenti, mettendo a disposizione mentori istruiti, tecniche innovative e la possibilità di assistere e partecipare periodicamente a veri e propri forum d’affari, la “strategia pro diaspora” di Diafrik Invest è diventata un vero e proprio punto di incontro e trampolino di lancio tra il mercato europeo, quello africano e l’ecosistema internazionale lavorativo.

Tutto questo senza mai dimenticare l’aspetto umano del mondo delle imprese. Difatti Diafrik Invest e i suoi operatori ogni volta in cui si trovano a intraprendere un nuovo rapporto lavorativo non mancano mai di compiere, insieme all’imprenditore, una profonda riflessione sulla sua vita professionale e privata.Aprire un’impresa richiede molto impegno, scelte difficili e non sempre tutti sanno quello che li aspetta” spiega Aurélien Baudoin. E l’obiettivo principale dell’associazione è quello di porre la chiarezza necessaria nella testa e negli obiettivi di chiunque sia interessato a collaborare.

Meeting, accompagnamenti, non solo di carattere finanziario, piani studiati su misura che evolvono nel tempo, formazione costante e incline alle esigenze di ogni singolo attore e sopratutto un legame profondo: questi sono i punti per cui l’iniziativa si dichiara tra le prime, se non l’unica, associazione in grado di occuparsi dell’economia della diaspora a 360°.

Aurélien Baudoin è il responsabile dell’iniziativa Diafrik Invest. A inizio intervento si dichiara emozionato e orgoglioso di poter presentare il suo progetto in una città come Torino, centro vivo e attento agli aspetti socio-culturali ed economici nazionali e non solo, legati anche – e soprattutto - al mondo della diaspora e dell’Africa in generale.

Aurelien racconta Diafrik Invest: una startup nata nel 2014 che offre numerose iniziative di carattere finanziario, sopratutto nell’area del Mediterraneo, e che investe in diversi ambiti aziendali, lasciando un’ampia scelta sia a chi vuole investire su un determinato progetto, sia a chi decide di voler intraprendere un’avventura positiva per il proprio commercio e per la propria carriera personale.

La rappresentante del progetto Diasporas ACIM, Véronique Manry, dopo una breve introduzione sulle finalità principali del gruppo per cui lavora, si concentra invece sull’importanza della cooperazione e della promozione all’interno dei rapporti economici. Aspetti su cui si basa creazione del legame forte, sano e proficuo che negli ultimi anni ANIMA ha instaurato con l’Algeria, il Marocco e la Tunisia. Véronique Manry ha anche aggiunto i tre principali punti fermi del progetto: una costante vicinanza nei rapporti con le strutture locali, la realizzazione di corsi di formazione personalizzati e una fidelizzazione profonda e duratura con i protagonisti assoluti del tema della giornata: le aziende nate dalla diaspora e i suoi imprenditori.

Tunisia

In rappresentanza della Tunisia, l’associazione Connect ha puntato sul tema centrale dell’internazionalizzazione. Aspetto che in un ambito come quello aziendale ha registrato, e continua a registrare, riscontri più che positivi in fatto di visibilità e produzione.La presentazione si è conclusa dichiarando che “La Tunisia - e Connect in particolare - ha voglia di investire sui giovani e sulle donne, sopratutto quelli che hanno progetti a lungo termine”.

Marocco

Start Up Maroc come principale scopo han quello di aiutare la diaspora marocchina. Attraverso una promozione strutturata e una diffusione dello spirito imprenditoriale marocchino si “[...]riuscirà a consolidare sempre al meglio il sistema di impresa”. E ad esso si uniranno, grazie alle migliori formazioni, i già fiorenti collegamenti regionali e - si auspica - l’aumento del lavoro della diaspora, sia tramite gli imprenditori tornati in Marocco, sia tramite quelli che dopo essere stati nel Paese decidono di intraprendere una nuova avventura lavorativa in Europa.

Senegal

I rappresentanti di Am Be Koun, con il loro intervento prendono poco tempo. Il loro interesse principale è quello di trasmettere il messaggio per cui hanno deciso di fondare un’associazione come Am Be Koun: “[…] realizzare un movimento, una coscienza e una conoscenza che servano per unire e per aiutare i senegalesi tutti”.

Al termine delle presentazioni dei rappresentati delle associazioni ospiti, Aurielien Baudoin riprende la parola e in maniera del tutto inaspettata esprime il desiderio di voler conoscere più a fondo le persone presenti in platea. “[…] solo una piccola presentazione: nome, lavoro ed età”. Il pubblico, apprezzando la proposta, si è mostrato desideroso di diventare parte attiva della conferenza. A turno ognuno dei presenti si è raccontato brevemente: uno studente dalla Costa D’Avorio, un operatore che lavora per una cooperativa che si occupa di comunicazione internazionale, giornalisti italiani e stranieri, privati cittadini interessati, una donna in missione per amici che in Africa vorrebbero aprire un’attività e poi giovani e studenti di svariate discipline curiosi.

La terza parte, conclusiva dell’incontro, è stata un confronto vero e proprio a livello pratico. Dopo una breve pausa conviviale, gli operatori si sono resi disponibili per rispondere alle curiosità e ai dubbi del pubblico. Divisi per aree geografiche, si sono creati dei tavoli di confronto: quello del Senegal, quello della Tunisia, quello del Marocco. Un cerchio di domande, tante curiosità su come creare un’impresa nel proprio Paese d’origine, problematiche riguardanti i passaggi più tecnici, esempi di rapporti tra l’Italia e i tre Paesi presenti e la possibilità di un primo accompagnamento. 

Tutto in vista di un’ulteriore opportunità per organizzatori e pubblico di incontrarsi, conoscersi meglio e approfondire legami che - si auspica - possano concretizzarsi in futuro anche dopo questo primo contatto avvenuto grazie al Centro Studi Piemontesi Africani.   

(L'articolo costituisce il risultato di un progetto coordinato dal CSA, volto alla formazione e alla promozione di una redazione composta da giovani della diaspora a Torino)

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