Il Consiglio Europeo dello scorso 15 dicembre, che ha visto la prima partecipazione del nuovo Primo Ministro italiano Paolo Gentiloni, è stata l’occasione per i leader europei di discutere nuovamente su una politica delle migrazioni comune a livello UE. Nonostante rimangano ancora profonde divisioni sulla riforma del sistema di Dublino per l’accoglienza dei migranti e la ricollocazione dei nuovi arrivati da Paesi come Italia e Grecia, il Consiglio Europeo ha costituito comunque l’occasione per annunciare alcuni accordi importanti riguardanti la dimensione esterna della politica europea sulle migrazioni.
In particolare, l’Unione Europea ha ulteriormente approfondito la cooperazione con il Niger, un Paese attraversato dalle rotte che dall’Africa Occidentale e Centrale portano alla Libia e quindi al Mediterraneo. Il Niger è uno dei Paesi prioritari individuati dal nuovo approccio alle migrazioni sviluppato nell’ultimo anno dalla Commissione Europea e costituiva già il principale beneficiario dello EU Emergency For Africa Trust Fund, un fondo lanciato dopo il Vertice di La Valletta del 2015, che finanzia progetti mirati a combattere le cause profonde delle migrazioni direttamente nei Paesi africani.
Il pacchetto concordato con il Niger è costituito da differenti componenti. Innanzitutto, l’UE ha proclamato un pacchetto che ammonta a 470 milioni di euro per il supporto alle riforme e ad azioni di state-building in differenti settori di attività dello Stato del Niger: istruzione, nutrizione e sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, infrastrutture, governance democratica e promozione dello Stato di diritto. A fronte di questo sostegno, il giorno precedente il Consiglio Europeo, erano stati approvati tre nuovi progetti finanziati dallo EU Trust Fund, per un totale di 35 milioni di euro. Con queste nuove iniziative, i progetti finanziati dal Trust Fund nel 2016 e rivolti specificatamente al Niger salgono a nove, per un finanziamento complessivo di 139,9 milioni di euro.
I finanziamenti sostenuti dal Trust Fund sono particolarmente significativi perché, almeno nelle intenzioni, mirano a intervenire con precisione sulle cause dei flussi migratori oppure a sostegno delle istituzioni dei Paesi africani che devono gestire, nel rispetto dei diritti umani, il crescente numero di migranti che si sposta attraverso i confini.
L’accordo con il Niger si inserisce in una più ampia revisione della politica sulle migrazioni da parte dell’UE, che si è sviluppata negli ultimi 12 mesi. A questo proposito, poche settimane fa, Luca Barana, che collabora con il Centro Piemontese di Studi Africani, ha condotto una ricerca sull’utilizzo dei fondi dello EU Trust Fund in Africa e sulla nuova politica migratoria dell’UE presso lo European Council on Foreign Relations, con il ruolo di junior visiting fellow. Vi proponiamo di seguito il link alla versione originale di un suo approfondimento, redatto con Mattia Toaldo, senior policy fellow, sul sito web di ECFR.
http://www.ecfr.eu/article/commentary_the_eus_migration_policy_in_africa...